La pandemia ha colpito duramente il mondo della scuola, e nel farlo ha impattato sia sugli studenti che sugli insegnanti, costringendo entrambi a rivedere il concetto di benessere che li lega all’ambiente scolastico. Uno “stare bene insieme in classe” che è alla base del patto educativo docente/studenti e che, se per gli studenti significa essere messi in grado di raggiungere la soddisfazione della vita e diventare cittadini consapevoli, per gli insegnanti vuol dire andare oltre la sopravvivenza alla routine per crescere come persone e professionisti dell’educazione e della cura.
L’esito del processo si è tradotto in tensioni, nervosismi e frustrazioni, alimentate dal continuo alternarsi delle fasi di docenza in presenza e a distanza. Un clima di difficoltà che non ha ancora trovato fine, ma i cui effetti possono essere mitigati da interventi che vadano a creare una cultura inclusiva che accoglie docenti e studenti e li supporta con le medesime opportunità, nonostante le loro diverse esigenze.
Lo “stare bene insieme in classe” è alla base del patto educativo docente/studenti: per il primo vuol dire andare oltre la sopravvivenza alla routine per crescere come persona e professionista dell’educazione e della cura, e per i secondi significa essere messi in grado di raggiungere la soddisfazione della vita e diventare cittadini consapevoli.
In questo, quasi paradossalmente, una Didattica a Distanza capace di includere professionalità esterne consente di focalizzarsi sul tema della resilienza degli insegnanti e di promuovere, di pari passo, competenze disciplinari e benessere. Ed è quello che la sperimentazione condotta tra febbraio e aprile 2020 nell’ambito del progetto Europeana ci ha permesso di fare: tenendo insieme questa duplice prospettiva, infatti, l’intervento non si limita a fornire un concreto supporto per la DaD, ma va a lavorare anche sulle competenze relazionali dei professionisti e sulla gestione del comportamento e dello sviluppo socio-emotivo del singolo allievo e dell’intera classe.
Parallelamente, la realizzazione di interventi di protezione dal trauma e promozione del benessere può rendere l’aula multimediale una “base sicura” e dare una nuova struttura alla lezione, stimolando ulteriori comportamenti resilienti. L’integrazione tra competenze didattiche, psicologiche e multimediali all’interno di un percorso di formazione che mette in gioco tutti gli attori consente infatti di “stabilizzare il campo” della classe, e di fornire ad ogni insegnante ed alunno la possibilità di accedere alle proprie risorse interiori per dare un senso a ciò che sta accadendo (in pandemia ma non solo).
La realizzazione di interventi di protezione dal trauma e promozione del benessere può rendere l’aula multimediale una “base sicura” e dare una nuova struttura alla lezione, stimolando ulteriori comportamenti resilienti.
In questo modo l’ambiente didattico virtuale perde la sua connotazione di disagio e limite per diventare un luogo di scambio virtuoso tra docenti e studenti, uno spazio di nutrimento culturale e di stimolo di comportamenti resilienti. Un luogo dove le lezioni diventano davvero in qualcosa di nuovo e all’interno del quale gli studenti, usando la loro intelligenza sociale non solo apprendono, ma trasformano e arricchiscono lo scenario con l’espressione del loro talento individuale.