I sogni di Carmen

I sogni di Carmen

Di seguito potrai trovare il testo completo dell’ intervento di Silvia Grassi al XXV Congresso dell’ International College of Psychosomatic medicine, svolto a Firenze l’11-13 settembre 2019

I sogni di Carmen
Un processo diadico come esperienza di co-regolazione

ABSTRACT

Poggiando sulle posizioni teoriche di Trevarthen (1993a), Meltzoff (1990), e Stern (1998) sulla nascita dell’intersoggettività nella regolazione degli scambi del processo diadico, la relatrice tratterà del recupero di occasioni di connessione e di reciprocità con una paziente affetta da ritardo mentale lieve conseguente ad ipossia neonatale.

La paziente una signora di 54 anni, fu Inviata in psicoterapia dal medico di medicina generale per sintomi neurologici atipici cioè    movimenti involontari, incontrollabili ed afinalistici della testa e degli arti superiori e inferiori      senza alcun riscontro di patologia organica.

Carmen si affida alla terapeuta progressivamente fino alla condivisione del suo ricchissimo mondo di sogni notturni, che diventano oggetto dello scambio dopo solo qualche mese di terapia e rivelano una vita onirica molto vivace, al contrario della vita diurna che in alternativa si presenta povera di stimoli e di relazioni.

La terapeuta ascolta i sogni con atteggiamento empatico e, condividendole, aiuta a dare nome alle emozioni e valore a questa esperienza. In seguito, data la ricchezza della produzione onirica concorda con la paziente la trascrizione quotidiana dei sogni su quaderni che, una volta completati, puntualmente Carmen sceglie di portarle. Questo dono diventa nel tempo una preziosa raccolta di dieci quaderni e in parallelo i sintomi vanno diminuendo fino alla completa remissione. I primi a scomparire sono i movimenti degli arti superiori quindi degli inferiori e infine, più lentamente i movimenti afinalistici della testa.

La tesi della relatrice è che questa esperienza intersoggettiva ha permesso alla paziente di sperimentare l’effetto sull’altro delle proprie emozioni e ha fortemente contribuito allo sviluppo in Carmen del senso di sé come soggetto e come soggetto relazionale.

Mi piace avere l’occasione di presentare la mia storia con questa paziente.

Con Carmen ho sperimentato la risoluzione di un sintomo psicosomatico sia stando attenta a costruire una buona intersoggettività sia con l’aiuto del paradigma neurobiologico. In particolare, mi hanno aiutato l’attenzione, durante la terapia, al sistema dei Neuroni Specchio, all’attivazione o meno del sistema di Arousal e quindi all’allargamento della Finestra di tolleranza e alla nozione di Neurocezione[1] con le funzioni vagale, simpatica e parasimpatica.

Conosco Carmen, una signora di 54 anni, nel momento in cui entra nello studio dietro sua madre una signora distinta, con un bel piglio deciso, di 85 anni.

Guardo con più attenzione Carmen mentre si accomoda, una signora di media altezza e corporatura, vestita con pettinatura, abiti e scarpe decisamente démodé e la vedo impacciata, aspetta dei segnali dalla madre su come muoversi ed ha una fisiognomica che esprime assenza e un modo di camminare leggermente piegata in avanti.

Ci guardiamo e ci sorridiamo mentre ci sediamo.

È la madre che mi racconta che da due anni Carmen presenta dei sintomi invalidanti di cui non si conosce l’origine, nonostante tanti esami clinici e visite specialistiche anche neurologiche e psichiatriche. Sono scoraggiate, più volte al giorno Carmen…..