La cura: vicinanza e sicurezza
Come aiutare i bambini a crescere sani?….No, cambiamo prospettiva: come aiutare gli adulti a sognare, amare il loro ruolo di accompagnatori nella crescita dei bambini. Spostiamo il focus dai bambini agli adulti loro accompagnatori in questo compito straordinario ma lungo nel tempo e pieno di difficoltà.
Il nostro è un farsi accompagnatori degli accompagnatori, mentre questi ultimi si impegnano a costruire per i figli un ambiente sicuro.
È ormai scienza che “relazioni sicure cablano il cervello dei bambini ed essi si relazionano e sviluppano un attaccamento con gli adulti affinché imparino a fidarsi di loro e a crescere con loro. Il loro senso di sicurezza nelle relazioni li sostiene mentre affrontano difficoltà e agisce da cuscinetto di fronte a situazioni di stress e sono sia adattabili quando incontrano fattori di stress prevedibili che resilienti nella loro capacità di ristabilire il loro equilibrio dopo cambiamenti più significativi”
(Sanders e Thompson 2022)
Quindi ambiente sicuro è sinonimo di relazioni sicure.
Se questo ambiente sicuro non viene fornito si lede la loro capacità di amare, fidarsi e crescere e possono sviluppare problemi fisici, comportamentali che possono rimanere nella età adulta.
(da ora in poi useremo il maschile neutro per fluidità di lettura)
La domanda da farci è: cosa è successo a questo bambino, ragazzo, adolescente che ha causato quello che è oggi? e non “cosa c’è di sbagliato in lui?”
(Sanders e Thompson)
Quando gli adulti si chiedono: perché è così? perché è iperattivo, perché questo o quel sintomo? A chi assomiglia? noi proviamo a chiedere loro: parlaci di lui, della sua storia da quando avete pensato di fare un bambino. Come era appena nato, cosa ha detto di lui, l’ostetrica che l’ha aiutato a nascere, come era nei primi 1000 giorni?
E la maestra dell’asilo? la maestra della scuola primaria? I nonni cosa dicevano del nipote? E cosa è successo nella vostra famiglia in questi primi anni di vita, quali lutti, quali eventi difficili?
(Doceat, 2017)
Facciamoci queste domande per narrare la storia di sicurezza di questo bambino
E allora: come garantiamo sicurezza ai figli? Ribaltiamo la domanda e chiediamoci: come ci garantiamo sicurezza?
Possiamo essere in uno stato di sicurezza solo se connessi con noi stessi e con gli altri come possiamo aver appreso in maniera implicita nei primi tempi della nostra vita.
Allora infatti l’interazione intima con la mamma ha modellato il nostro sistema nervoso autonomo: siamo stati sintonizzati e siamo passati da momenti di rottura, es. la nostra fame, a momenti di riparazione, la mamma che ci allattava, in una danza che ci ha plasmato perché abbiamo appreso che la persona che ci accudiva era affidabile, sicuramente reciproca, regolatrice. Questa è connessione, ci ha dato salute, ristoro ed ha permesso la nostra crescita. La connessione è indispensabile. Se viviamo connessi siamo al sicuro.
Ti proponiamo un esercizio per allenare il tuo senso di sicurezza
1. Prova a chiederti
- Quanto spesso mi sento di non avere abbastanza compagnia?
- Quanto spesso mi sento escluso?
- Quanto spesso mi sento isolato dagli altri?
2. Disegna
- Un albero che rappresenti la storia della tua connessione
3. Scrivi una storia dell’albero che hai disegnato:
- I rami, il tronco e le radici del mio albero portano…
- Quando mi siedo sotto l’albero, io..
- Quando abbraccio il mio albero, io..
- Quando ascolto il mio albero, io..
4. Dai un titolo a questa storia
5. Pensa ad un movimento di questo albero:
- Oscilla, ondeggia?
(Deb Dana, 2020)